Scopri come evitare l’effetto neve di una cattiva gestione per garantire sostenibilità alla tua impresa, trovando l’equilibrio tra ritmo e tipo di crescita.
Per far crescere un bosco, ci vogliono strategia e pazienza. La natura ha i suoi tempi e per ottenere risultati duraturi è meglio venire a patti con il ciclo delle stagioni piuttosto che vedersi costretti a improvvisare qualche fantasiosa danza della pioggia d’estate o a dover sperare in qualche improbabile raggio di sole che sciolga la neve di gennaio.
Questo principio vale anche per le aziende, che siano un piccolo bosco in campagna o una foresta che si estende per più regioni. Le stagioni che deve affrontare l’impresa presentano le stesse turbolenze climatiche dei mesi dell’anno. Ci sono fattori che possono confondere e trarre in inganno, altri che possono fornire supporto e aiuto, e altri ancora che, se ben gestiti, possono diventare alleati inaspettati.
L’obiettivo principale di qualsiasi azienda è chiaro: crescere e prosperare nel lungo termine, generando valore per se stessa e per la comunità in cui opera. Tuttavia, per ottenere risultati duraturi, è importante ricordare che il percorso più breve non è sempre il più veloce per arrivare all’obiettivo. Come ci dimostra anche la fisica, con il principio di Fermat illustrato nel grafico qui sotto.
In altre parole, per fare in modo che gli alberi crescano rigogliosi, si adattino alle condizioni esterne e siano in grado di generare frutti, l’impresa deve trovare il giusto equilibrio tra crescita e sostenibilità. Solo così sarà possibile continuare a creare valore nel tempo. Le piccole e medie imprese italiane dovrebbero prestare molta attenzione alla questione della creazione del valore, spesso confusa con la mera massimizzazione dei profitti.
Concentrarsi esclusivamente sul proprio giro di affari può infatti portare a scelte che compromettono la sostenibilità e la stabilità dell’impresa.
Se massimizzare i profitti significa massimizzare il present discounted value, ovvero l’importo che si è disposti a pagare oggi per un flusso di incassi futuri, questo implica guardare oltre il presente e considerare le conseguenze delle decisioni di oggi sulla generazione di valore nel futuro. Tuttavia, prevedere con precisione i valori futuri è un’impresa complessa e imperfetta, che può portare a decisioni sbagliate e a una crisi aziendale. Ecco perché è importante trovare un equilibrio tra la massimizzazione dei profitti a breve termine e la creazione di un valore duraturo.
In questo senso, il profitto non dovrebbe essere visto solo come il guadagno di oggi, ma piuttosto come il flusso di profitti futuri che l’azienda potrebbe generare. Infatti, l’impresa può avere troppi profitti nel presente ma rischiare di distruggerli nel lungo termine con scelte organizzative e strategiche sbagliate.
Mal interpretare la stagione, per un’azienda, cioè sbagliare il ritmo di crescita, può portare a dar fondo alle proprie risorse ritrovandosi in difficoltà l’anno successivo.
Anche sbagliare il tipo di crescita può spingere l’impresa nella stessa spirale di distruzione del valore e condurla a una crisi. Se ci si concentra soltanto sul fatturato, ad esempio, durante i periodi di magra, la tentazione può essere quella di trovare soluzioni temporanee, come l’indebitamento. Uno strumento che se usato in modo distorto può portare al cosiddetto effetto neve.
Immaginiamolo come una nevicata che stende un tappeto bianco sul terreno sregolato dell’azienda e ne allevia temporaneamente le tensioni finanziarie che però, appena si affacciano i primi soli primaverili riaffiorano, mostrando quanto il tempo guadagnato sia stato pagato a caro prezzo.
In questo caso si parla di una crescita di scarsa qualità, una crescita di seconda mano che non è in grado di generare profitto. Questa può essere provocata da un disequilibrio tra vendite e indebitamento, quando l’aumento delle vendite stesse porta a un indebitamento non sostenibile e a un prosciugamento delle risorse dell’impresa.
Ciò può inevitabilmente portare l’azienda a trovarsi in situazioni di instabilità e crisi. A quel punto, il rimpianto per le decisioni sbagliate di crescita diventa un’analisi continua, sia del passato che del futuro, mentre capire che il percorso più breve non è sempre il più veloce è il primo passo per piantare semi che porteranno alla crescita sostenibile.
Perché è sì vero che ci stiamo affacciando alla bella stagione, ma ad ogni estate segue l’autunno e poi l’inverno, e solo chi si prepara ad affrontare le difficoltà può navigare con successo tra le turbolenze dell’impresa e garantire la crescita di un bosco rigoglioso.